Autore Redazione
giovedì
17 Novembre 2016
05:00
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Cronaca - Acqui Terme - Ovada

I pendolari della Genova-Ovada-Acqui ancora alle prese con i disagi dell’orario cadenzato

I pendolari della Genova-Ovada-Acqui ancora alle prese con i disagi dell’orario cadenzato

ACQUI/OVADA – A un anno dall’introduzione del nuovo orario cadenzato sulla tratta ferroviaria Genova-Ovada-Acqui Terme i pendolari continuano a riscontrare praticamente gli stessi disagi dei primi giorni. In questi mesi nessuna delle segnalazioni inoltrate dal Comitato Difesa Trasporti Valle Stura e Orba è stata presa in considerazione. Lo hanno sottolineato, con disappunto, gli stessi pendolari in una lettera inviata all’Assessore e al Dirigente ai Trasporti della Regione Liguria. Dalle 15 alle 20 restano ancora 13 coppie di collegamenti che, di fatto, non rendono la linea “a cadenzamento orario”, come vorrebbe invece il nome. All’appello mancano due coppie di treni e l’orario feriale sconta quindi “buchi” di due ore anche nelle fasce maggiormente frequentate dagli studenti, molti minorenni. Nel primo pomeriggio chi non riesce a salire sul treno delle 14.13 a Genova deve aspettare fino alle 16.13 per partire in direzione Acqui Terme. Calcolando l’ora e mezza necessaria per coprire la distanza dalla stazione del capoluogo ligure a quella delle città termale, praticamente studenti e lavoratori impiegano più di tre ore per tornare a casa. Un anno fa i pendolari hanno poi dovuto dire addio anche a un collegamento dalle 17 alle 18.30, una delle fasce più utilizzate dai pendolari di ritorno in Valle Stura e Orba, nell’ovadese e acquese. Rimasti con soli due treni a disposizione, in quella fascia i viaggiatori si sono pure visti cancellare l’unico “diretto” che permetteva di risparmiare tempo. Un discorso “a parte” merita poi la giornata del sabato, ancora un giorno feriale ma servito come fosse un festivo. Con sole 8 coppie di treni il “buco” dell’attesa in stazione si allarga anche a 3 ore provocando gravi e seri problemi a chi si muove per motivi di lavoro o studio, visto che non esiste neppure un collegamento che permetta di arrivare ad Acqui prima delle 8.45 del mattino. In attesa “da un anno” di una soluzione a questi problemi “che non si limiti solo a spostare i disagi da una fascia oraria all’altra” il Comitato Difesa Trasporti Valle Stura e Orba è tornato a chiedere con forza un incontro ai vertici del settore trasporto della Regione Liguria nella speranza di veder tornare ” al centro del dibattito”, e poi risolti, disagi che i pendolari non possono certo dimenticare perchè loro, ha ricordato Fabio Ottonello, presidente  del Comitato Difesa Trasporti Valle Stura e Orba, con quei disservizi ci convivono “quotidianamente“. Rispetto ai primissimi giorni i viaggiatori  si sono abituati ma di certo “non adagiati” e a gennaio, quando dovrebbero essere fissati i nuovi incontri, intendono rimarcare con forza le loro richieste. “Anche perchè – ha ricordato Fabio Ottonello – non pretendiamo dieci corse in più, ma solo alcune modifiche che potrebbero aiutare a ridurre disagi”. 

 

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